Pronta l’intervista di KAMIJO! Il nuovo splendido capitolo di una storia meravigliosamente composta da un mix di fatti storici e finzione. Oltre la cornice rock e metal, emozioni di larga scala delle canzoni da film e la drammaticità del nuovo singolo in uscita il 10 maggio!
Sull’immagine dell’Epic Rock Orchestra come parole chiave, si sviluppa in triste-pathos e thrilling. La nascita di un capolavoro sinfonico che fa un enorme uso di drammaticità e di emozioni dei film.
KAMIJO, anche frontman dei Versailles, lancerà il nuovo singolo ‘Castrato’ dopo circa due anni! Il motivo scelto, Castrato ([pratica secondo la quale – ndr.] si esegue la castrazione al fine di mantenere la stupenda voce puerile, prima che essa cambi), possiede una brillante fine con un mix di drammaticità ed emozioni simili alle canzoni da film, si può dire che sia un capolavoro sinfonico! Abbiamo parlato con KAMIJO il quale sebbene abbia creato un nuovo capitolo di questa storia magnifica, ha oltrepassato e allo stesso tempo mantenuto uno stile Rock e Metal.
Castrato, ovvero una voce bellissima ottenuta attraverso una tecnica proibita, nella storia della musica si può dire siano delle persone uniche. Questa volta il frontman dei Versailles KAMIJO, ha annunciato il titolo “Castrato” del nuovo singolo da solista. Il nuovo capitolo di questa storia magnifica creata da KAMIJO possiede una brillante fine con un mix di drammaticità ed emozioni simile alle canzoni da film. Canterà quest’opera, l’Epic Rock Orchestra, il 19 luglio allo Zepp DiverCity di Tokyo, oltrepassando ma pur mantenendo uno stile rock e metal, il suo lavoro diventa sempre più affascinante.
KAMIJO-san, sei anche il vocalist dei Versailles, ma stavolta hai annunciato un singolo da solista. Quindi di nuovo, riguardo l’attività da solsita e con la band, KAMIJO-san raccontaci il tipo di idee e consapevolezze.
K: Per prima cosa, sia come band, sia come solista, io sono sempre una figura centrale che guida, quindi sono abituato ad entrambe le cose. Riguardo l’ambito musicale, quando sono solista ho una grande possibilità di lavorare liberamente, però il titolo del live solista di aprile e il live che farò a luglio, Epic Rock Orchestra è una parola chiave importante. È una parola che mi è venuta in mente quando ho pensato e mi sono domandato che tipo di lavoro può fare nuovamente un solista.
“Epic Rock Orchestra” è una parola che evoca un’immagine stupenda.
K: Io come compositore scrivo anche canzoni pop, ovviamente anche canzoni simphonyc metal sono importanti, ma ora che sto continuando con i Versailles, volevo farlo ancora di più, inoltre dalla parola Epic Rock Orchestra si può immaginare il tipo di musica di grande emozione. E ancora, a dirla tutta, è come voler fare un film.
In altre parole, vuoi fare un film capolavoro che unisce immagini e musica.
K: Sicuramente, sin dal passato ho avuto questo pensiero. Per esempio, ho sempre puntato a creare una musica tipo le colonne sonore dei film. Ovviamente il pensiero non cambia sia con la band che da solo. E mentre inseguo questo obiettivo, ciò che mi fa gioire dentro è il prodotto di adesso, Castrato (ride).
Quindi per quanto riguarda Castrato, da dove hai iniziato, dallo scrivere la canzone o dalla produzione?
K: Qui c’è una grossa differenza tra me solista e con la band. Quando sono solista nasce tutto dal “lavoro di partenza” della canzone. Innanzitutto, nel lavoro da solista scrivo sul protagonista che è sempre il triste re Luigi XVII, Castrato è un lavoro che rappresenta in musica la storia del nuovo capitolo.
Capisco, quindi è così. Io penso che ci saranno anche persone che entrano per la prima vorlta in contatto con i tuoi lavori da solista, quindi sarei felice se potessi spiegare brevemente un tuo riassunto.
K: Se devo fare un riassunto estremo, io amo l’epoca della rivoluzione francese. In particolare il personaggio di Luigi Carlo che sarebbe Luigi XVII. Suo padre era Luigi XVI e sua madre Maria Antonietta. Lui è morto a 10 anni, ma nelle mie storie a morire è solo un’imitazione, il vero Luigi Carlo è confinato in tempio, viene salvato dal musicista Beethoven e continua a vivere e si continua con questa ipotesi. Il lavoro di adesso si ambienta nell’epoca contemporanea circa 200 anni dopo la rivoluzione.
In questo contesto, Castrato che posto ha?
K: Riguardo Castrato, a partire dall’Epoca Moderna in Europa era in uso come parola generica per indicare i cantanti maschi (Nel mondo dell’opera, per preservare la voce acuta esisteva la pratica di castrare i cantanti maschi. Ora per ragioni umane è stata vietata). In Castrato però il tema principale non è la voce che ne deriva, come Castrato si perde qualcosa, ma qualcosa che si ottiene? La bellezza come compenso, questo è il tema che ho scelto per questo lavoro. L’estetismo che è dentro di me è molto evidente in Castrato.
La bellezza come compenso è una parola pesante.
K: Il mio intento non era quello di criticare la morale e l’etica. Ma se sacrificando queste e ottenessi la bellezza che vorrei avere e l’amore che vorrei proteggere, credo che sarebbe un’alra storia. Ma se viene messa così, la prenderanno come se stessi dicendo qualcosa di sospetto (è doloroso – ride – ). Però vorrei che rifletteste bene. È come se la vita dei propri genitori e delle persone importanti fossero in pericolo. E in questi momenti “Qui per strada c’è un fiore sporco e calpestato. Però se metti quel fiore nella bocca di quella persona le salvi la vita”, che faresti?
Dopo averci pensato molto, penso che glielo faresti mangiare.
K: Alla fine penso che lo scenario finale sia ciò che ognuno vuole ottenere a tutti i costi. Pensando a questo, con Castrato, anche omettendo la parte storica, voglio trasmettere questa cosa su ciò che “le persone dovranno vivere compiendo la loro scelta per il futuro”. Questo perché gli umani invece di preoccuparsi del futuro tendono sempre a farsi ingannare dal desiderio che hanno davanti agli occhi e a perderci la testa. Se si arriva alla decisione di porsi un limite è perché forse si sveglia quel qualcosa che dice che da lì non si può più andare avanti. Per compiere la decisione per il futuro bisognerebbe pensare a qual è il presente che vogliamo.
Castrato ha una forte connotazione classica, però è innovativo proprio per il suo tipo di suono
Castrato mette insieme questo messaggio e la storia, in termini di musica a cosa hai voluto dare importanza con questa canzone?
K: Prima di tutto l’ho fatta partendo dalla melodia dell’hook [definizione di hook], ma c’è il mio personale gusto regale che comprende pop e pathos, che sono fortemente presenti.
Che è ciò che contraddistingue KAMIJO.
K: Infatti. Quello non è cambiato, però è un rock-metal con un suono più drammatico, più da colonna sonora, una nuance da musica da background, perciò per un momento si dimentica l’hook e rifaccio dall’inizio nuovamente, uso questo metodo.
Hai scelto il metodo veloce.
K: Per prima cosa alzo lo spiccato degli strumenti, poi con la tastiera inizio e mi chiedo come sarà, e prima di accorgermene, anche il tempo e la chiave cambiano, e viene fuori una canzone non legata alla progressione delle corde. Perché se scegliessi di fare una canzone in cui si sente la progressione delle corde, si perderebbe quel senso di musica da background. Creandomi questa regola, con un processo di prove ed errori, è uscita Castrato. Questa canzone non richiede un certo senso di stabilità, poter sviluppare di più gli strumenti, questo è diventato il punto più importante. Probabilmente se fosse per gli ascoltatori, sceglierebbero la melodia B che avrebbe una composizione più serena.
Riguardo la chitarra, il basso e la batteria, sembra che dopo questo abbiano inevitabilmente avuto un arrangiamento appropriato.
K: Esatto. Specialmente riguardo la batteria, ho creato senza pensare alla batteria (live, non registrata, grezza) e quindi nel momento della registrazione ha creato problemi al musicista (risata sarcastica). Comunque riguardo il finire questa canzone in termini di genere, non volevo limitarmi alle parole symphonic metal o una specie di rock, per me era importante seguire il nuovo suono ideale come era nella mia testa. Ho sentito che dovevo seguire soltanto il suono che mi volava in testa.
L’epic Rock Orchestra viene solo nominata e il suono di Castrato è un’impressione che risuona come un suono vivo diverso dal solo classico.
K: Prima, quando pensavo all’orchestra, pensavo al primo violino, al secondo violino, alla viola, al violoncello. Questa volta ho optato per due.
Il fatto che nonostante il numero degli strumenti sia diminuito, la profondità e la scala emozionale aumentano, è fantastico.
K: È a causa dell’equilibrio del suono della band. L’atmosfera classica è sicuramente forte, però Castrato ha la struttura “cutting-edge” del suono.
Comunque potresti spiegarci bene i dettagli dei membri nella registrazione?
K: Per il ritmo abbiamo MASASHI e YUKI dei Versailles. Per la chitarra, quella base, abbiamo MEKU-kun che è presente anche nei live, però per quanto riguarda gli assoli c’è Anzi. Sono solo persone che conosco da molto e che hanno un modo di suonare compatibile con le canzoni che scrivo.
E così, quando il suono diventa profondo anche il livello di difficoltà nel cantare aumenta. Presentando Castrato come canzone, in cosa eri più ossessionato?
K: Dopo aver fatto uscire la canzone, nella mia testa volava un testo in inglese. Quando ho fatto l’MV, come in un film occidentale ci sono anche i sottotitoli giapponesi (ride), a parte l’hook, le melodie sono state create con la premessa che fin dall’inizio sarebbero state cantate in inglese e quindi ogni parola la canto in modo da farle arrivare all’ascoltatore come composizione unica, ero conscio di questo.
Ascoltando la vocalizzazione di Castrato, per quanto riguarda la scena si ha l’impressione di sentire parti vicine all’opera. C’è un metodo specifico nel tipo di vocalizzazione di KAMIJO?
K: Non è così. (ride) Innanzitutto come vocalist mi ha influenzato Kyosuke Himuro e poi ho ascoltato molte canzoni di vocalist fantastici e penso mi abbiano influenzato anche loro, ma non è che mi facessi dare il nome perché volevo divntare come loro. Riguardo la musica, penso non ci sia bisogno di un framework. (Nel testo originale KAMIJO usa proprio il termine inglese, che in italiano e in questo contesto pensiamo sia più vicino al termine ‘struttura’ in senso figurato, ndr.).
Poi oltre alla title track c’è anche Battle of The Tower-16- (secondo pezzo versione normale, terzo versione limitata Tower Records)
K: Questa canzone l’ho scritta per la battaglia del boss del videogioco “LET IT DIE” per PS4. Poiché non volevo allontanarmi dal mio concetto principale, ci ho lavorato fino alla fine sotto forma di collaborazione con un gioco.
Un’altra canzone, “361” (primo pezzo nella versione limitata, secondo nella versione normale) come è nata?
K: Questa se la si legge in francese, viene “trois six un”. Pure questa, riferendomi alla rivoluzione francese, è una canzone che ha come tema l’episodio di quando il tribunale ha deciso per l’esecuzione di Luigi XVI e il risultato è stato di 360 contro 361. Riguardo il testo, se conoscete la storia che ho scritto fino ad ora, lo capirete molto più profondamente. Riguardo questa canzone, l’ho scritta pensando a come vorrei una canzone con cui divertirsi durante i live. Canto molto seriamente nella canzone, però nei live la canto in modo molto più aggressivo. Vorrei che apprezzaste anche questo “gap”.
Parlando di live, il 19 luglio ci sarà la prossima peformance del “Epic Rock Orchestra” allo Zepp DiverCity di Tokyo. I musicisti saranno splendidi anche questa volta, alle chitarre abbiamo Meku-san e Anzi-san, al basso Shuse-san (ex La’cryma Christi), alla batteria YUKI-san, al violino Crusher Kimura-san e Sayama Kouta-san al violincello.
K: Un’importante parte musicale è il rapporto delle twin guitar di Meku-san e Anzi-san, poi lo staging e il modo di suonare del basso di SHUSE-san, la violinista Crusher Kimura-san di cui il Giappone è orgoglioso, ecc, vorrei che non ve li perdeste.
Come trovi ci siano punti differenti tra la band e l’attività solista?
K: Con i Versailles, mentre sto al centro come vocalist ai musicisti mi sento sempre di dire “ehi voi, venite!”. Quando sono solista, io da solo procedo avanti piano piano, ma senza sosta. (ride)
Ma no, non procedi piano piano, lo fai molto elegantemente. (ride)
K: Mah, nel tour dell’anno scorso ho anche narrato, nei live da solista faccio anche degli esperimenti. Questa volta mi sono concentrato sulle canzoni, però l’anno scorso ho fatto tanti live e mi rispondevo che forse doveva andare in quel modo, perciò questa Epic Rock Orchestra voglio renderla ancora più bella e penso riuscirò a mostrarvelo.
Precisamente, per KAMIJO-san i luoghi dei live da solsita cosa rappresentano?
K: Sono dei luoghi che rappresentano in modo tridimensionale la musica. Quindi allo stesso tempo che sia rock o metal dentro di me è una parte importante, perciò nello spazio del live voglio rappresentare un suono capace di far sentire ciò a tutti.
Non vedo l’ora di vedere un live in cui si potrà sentire il mondo di Castrato
K: Probabilmete la gente che viene ai miei live si aspetta che accada qualcosa di fantastico, penso. Io riguardo ciò do il mio meglio, in altre parole vorrei provare un’altra dimensione che va oltre ciò, tipo qualcosa di impulsivo.
Oddio, ci saranno anche sviluppi nella storia, sono davvero curioso di come si evolverà il KAMIJO solista.
K: In realtà sono già a lavoro sul prossimo progetto. Quindi non posso svelarvi i dettagli, ma nel testo di Castrato si nasconde la mia grande prospettiva per il prossimo lavoro, in una forma molto nascosta. (ride). Adesso mentre pensate al tipo di mondo che sta iniziando, vorrei che vi divertiste nell’immaginazione.
http://gekirock.com/interview/2017/05/kamijo.php
Traduzione: TyNxQuisition/Tizi Hana per Alla Corte di KAMIJO